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lunedì 20 luglio 2009

ERA ORA! NASCE LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA D'ALTERNATIVA


Roma, 18 luglio

Un simbolo immutabile: la falce e il martello. Ma un nome e una forma politica nuovi: “Federazione della sinistra di alternativa”. Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Socialismo 2000 e associazione della società civile giocano la carta dell'unità. Perché, come ha detto Oliviero Diliberto, “non basta avere ragione, ma bisogna avere la forza”. La forza per affrontare il sistema bipolare, ma ancor prima per superare l'attuale “inadeguatezza”, che ha costretto la sinistra anticapitalista fuori dal Parlamento, nazionale ed europeo. Il percorso si è sviluppato negli ultimi mesi. Prima la Lista unitaria alle Europee, poi l'appello “Per un nuovo inizio” lanciato su internet, infine, sabato 18 luglio, un'assemblea nel centro congressi Frentani di Roma, che avvia il processo costituente. A fine ottobre, primi di novembre, l'appuntamento che sancirà la nascita della federazione. “La sfida è riuscire a costruire un nuovo modo di stare insieme, per evitare che il 5% di cose che non condividiamo ci obblighino a rompere, come è stato in passato”, ha detto il segretario del Prc, Paolo Ferrero ad una platea gremita di militanti, dopo un dibattito durato circa sette ore. Uno degli applausi più lunghi lo ha raccolto il segretario del PdCI, Oliviero Diliberto, quando ha detto: “Io sono marxista e voglio ragionare con quelle categorie”. Anche se precisa: “Questa non è un'operazione nostalgica, ma l'inizio di una fase di studio, perché un giovane non può essere comunista come lo siamo stati noi”. Il segretario del PdCI ha anche sottolineato che considera la ‘Federazione’ “non un evento contingente, ma neanche l'approdo finale: deve essere una tappa verso un partito unitario della sinistra”. Ferrero parla di “un’opposizione sociale, che ricostruisca un sano conflitto di classe e un conflitto contro i poteri costituiti”. Diliberto sottolinea: “Il riferimento simbolico restano la falce e il martello, perché sono i simboli del lavoro e dei lavoratori. E non é abolendo i simboli che possiamo risolvere il problema della nostra attuale drammatica inadeguatezza”. Il progetto vede coinvolto anche Cesare Salvi: “Socialismo 2000 - ha detto Salvi - partecipa con convinzione a un progetto federativo in cui sono rispettate le diverse identità, anche di associazioni e società civile”.

mercoledì 15 luglio 2009

18 luglio - Per un nuovo inizio: costruiamo insieme la Federazione della sinistra di alternativa




Cari compagni e compagne,
la crisi sta mostrando una volta di più il volto distruttivo del capitalismo e delle politiche liberiste. Parimenti mostra il fallimento delle politiche socialdemocratiche in tutta Europa e del centrosinistra in Italia.
Nella debolezza dell’opposizione e della sinistra, la crisi sociale si impasta con la crisi della politica, producendo guerre tra i poveri che si esprimono in separatezza dalla politica, in astensione, quando non in consenso alle destre razziste.
Abbiamo quindi dinnanzi un compito tanto grande quanto necessario, quello di costruire una efficace opposizione sociale, politica e culturale, in grado di proporre e rendere credibile una uscita da sinistra dalla crisi, lungo una strada contrapposta alle ricette della destra e alternativa al liberismo temperato proposto dal centrosinistra.
A tal fine è assolutamente necessario costruire un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che abbia massa critica e programmi tali da risultare credibile per tutti coloro che stanno subendo e pagando la crisi e che si ponga l’obiettivo di aggregare tutte le forze politiche, sociali, culturali e morali che come noi sentono questa urgenza.
Riteniamo che gli elementi fondanti di questo processo di aggregazione siano principalmente quattro:
In primo luogo una rinnovata critica al capitalismo globalizzato e alla sua tendenza alla mercificazione di ogni cosa e relazione sociale. Occorre rimettere al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi decenni ha assunto caratteristiche barbariche e completamente inaccettabili: dalla disoccupazione strutturale nel mezzogiorno alla precarizzazione del lavoro alla sistematica compressione salariale il lavoro è tornato ad essere pura merce, variabile dipendente di un sistema che ha glorificato il profitto. Vogliamo ripartire dal lavoro nella piena consapevolezza che la lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo o si connette strettamente alla lotta dello sfruttamento dell’uomo sulla donna, dell’uomo sulla natura oppure è incapace di proporre una uscita dallo stato di cose presente. Per questo per noi la lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, per i beni pubblici a partire dall’acqua e lo sviluppo di un consumo critico, alla lotta contro il sessismo e il patriarcato, per l’autodeterminazione degli individui e delle comunità. Questa critica radicale agli assetti capitalistici implica una battaglia rigorosa per mantenere scuola, istruzione, conoscenza, ricerca e in generale i saperi al riparo dalla privatizzazione e dalla mercificazione:la lotta per la scuola pubblica è dunque prioritaria.
In secondo luogo una forte opposizione al sistema bipolare che rappresenta la forma istituzionale con cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione del tema dell’alternativa dalla politica. La battaglia contro il bipolarismo, che tende a produrre l'impermeabilità delle istituzioni nei confronti del conflitto, una alternanza tra simili e che nel concreto del caso italiano è il contesto in cui è nato e cresciuto il berlusconismo, è per noi un punto centrale. La costruzione di un movimento di massa per una uscita da sinistra dalla crisi ha quindi nella battaglia per il proporzionale, contro ogni tendenza autoritaria, contro le mafie e i loro intrecci con la politica, il suo corrispettivo sul piano istituzionale.
In terzo luogo noi riteniamo che questo polo della sinistra di alternativa non possa essere costruito solo tra le forze politiche oggi esistenti ma debba coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti. In questi anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire una sinistra di alternativa degna di questo nome è possibile solo dentro una rinnovata critica della politica che veda una interlocuzione paritaria tra tutti i soggetti coinvolti.
In quarto luogo noi pensiamo che la sinistra di alternativa sia pienamente nel solco della storia del movimento operaio, del movimento socialista e comunista, del movimento femminista, GLBTQ e dei diritti civili, delle lotte ambientaliste, per la giustizia e la solidarietà, del movimento altermondialista. Nella lotta per la giustizia e la libertà delle generazioni che ci hanno preceduto, combattuta sotto le insegne delle bandiere rosse, della falce e del martello, noi riconosciamo la nostra storia e questa storia deve proseguire a partire da una rifondazione delle pratiche, delle teorie, delle forme organizzative.
La proposta che avanziamo trova la sua collocazione politica naturale nel contesto di tutte le forze della sinistra europea che si collocano a sinistra delle socialdemocrazie e che hanno ottenuto significativi consensi nelle ultime elezioni europee, come in Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Olanda e nei paesi nordici.
In Italia la costruzione di un polo della sinistra di alternativa si rivela difficile sia per le divisioni a sinistra, e per il rischio che esse si vengano ora cristallizzando, sia per la volontà delle forze politiche rappresentate in parlamento di imporre un sistema bipolare chiuso, attraverso meccanismi istituzionali (clausole di sbarramento a tutti i livelli, discriminazione dell’accesso al servizio televisivo e al finanziamento pubblico), che aggravano ulteriormente gli effetti di leggi elettorali che contrastano con il principio del pluralismo rappresentativo e con la garanzia del pari diritto dei cittadini alla partecipazione politica. Alla costruzione di un sistema bloccato, che assume i caratteri di un nuovo regime, Pd e IdV hanno mostrato di voler concorrere non meno dei partiti di centrodestra.
E’ necessario dunque un vero e proprio salto di qualità dell’iniziativa politica, ideale e sociale della sinistra di alternativa.
Proponiamo pertanto di dar vita a una Federazione unitaria che comprenda – oltre alle forze che hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista – tutti i soggetti politici, i movimenti e le persone che avvertono l’urgenza di affrontare insieme i compiti che ci sono davanti e che abbiamo prima indicato nelle linee generali.
Riteniamo indispensabile che la Federazione che proponiamo introduca profonde innovazioni nel modo di fare politica, a partire dai rapporti tra incarichi politici e incarichi istituzionali, per ricostruire una nuova etica pubblica, per consentire l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni e per ridare centralità alla pratica sociale.
Vogliamo discutere nel modo più diffuso e aperto della nostra proposta unitaria e a tal fine proponiamo quindi di vederci il 18 luglio alle ore 9,30 a Roma al Centro Congressi di via Frentani.
Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi, Vittorio Agnoletto, Margherita Hack, Lidia Menapace,Bruno Amoroso, Elio Bonfanti, Nicoletta Bracci, Buccellato Benedetta, Elena Canali, Valerio Evangelisti,Barbara Fois, Massimo Gatti, Heidi Giuliani, Ibrahima Niane, Rita Lavaggi, Maria Rita Lodi, Maria Rosaria Marella, Nicola Nicolosi, Omar Sheikh Esahaq, Gian Paolo Patta, Tonino Perna, Saleh Bassam, Raffaele K. Salinari, Laura Stochino, Ermanno Testa, Vauro, Mario Vegetti, Massimo Villone