martedì 21 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: SULLA RICOSTRUZIONE NON SI SCHERZA!

Sulla ricostruzione non si scherza! Le valutazioni liquidatorie sul lavoro della magistratura, chiamata a fare luce sulle responsabilità dei crolli di immobili che avrebbero dovuto resistere al sisma, sono inquietanti ed autorizzano allarmi e preoccupazioni sulle modalità della ricostruzione, sulla loro arbitrarietà.
Nuovi alloggi saranno necessari perché tutti i cittadini colpiti dal terremoto possano avere tetti sicuri e stabili in vista dell’inverno. Nuovi alloggi e nel numero che sarà sufficiente a dare risposte a tutti coloro che ne avranno bisogno. Sembra, invece, che già si sia aperta la corsa ad una gestione quanto meno preoccupante del dopo terremoto. Pare, infatti, che si voglia firmare già nei prossimi giorni un accordo con una ditta di Brescia per realizzare 5000 alloggi. Di per sé una notizia positiva, ma servono davvero 5000 nuovi alloggi?
E’ un interrogativo che si pone se si fa riferimento alla ricognizione tecnica sul grado di stabilità di tutti gli immobili della città de L’Aquila che si sta effettuando con accuratezza in questi giorni. Da un primo bilancio sembra che il 60% degli immobili possano essere resi agibili con interventi di modesta entità.
Il restante 40%, quasi tutto concentrato nel centro della città, ha bisogno di interventi più consistenti, la metà di questi immobili sono irrecuperabili e vanno abbattuti, l’altra metà potrà essere recuperata con imponenti interventi strutturali. Il quadro descritto consente una riflessione: se il 60% degli immobili può essere agevolmente recuperato, si può affermare che in breve tempo (entro l’estate?) quasi 60.000 sfollati potrebbero rientrare nelle loro abitazioni. In questo scenario, che, nella tragicità della situazione, consentirebbe qualche cauto ottimismo, si inserisce la notizia dei nuovi alloggi da costruire.
Hanno senso queste nuove realizzazioni nel numero previsto? Se si, si proceda pure, ma se si sovrappongono alle abitazioni recuperabli con interventi di modesta entità, questi nuovi insediamenti rischiano di dar vita ad uno sperpero di denaro pubblico che, soprattutto in questa drammatica fase, avrebbe il sapore di una atroce beffa, oltre che dell’avvio di un modo di gestire il dopo terremoto che questo Paese ha già conosciuto e per il quale ha subito ferite profonde almeno quanto quelle lasciate dal sisma.



Il Segretario nazionale
Oliviero Diliberto


Il Segretario regionale
Antonio Macera
Il capogruppo al Consiglio Regionale
Antonio Saia

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