giovedì 28 gennaio 2010

Comunicati Stampa : Antonio Saia (Comunisti Italiani) Maurizio Acerbo (rifondazione Comunista)


LA PROCURA DI PESCARA DA’ UNA LEZIONE DI STILE A CHI DELEGITTIMA LE INCHIESTE

Esprimiamo il nostro apprezzamento per l’iniziativa intrapresa dai magistrati pescaresi oggetto di una campagna di delegittimazione bipartisan che ha superato ogni livello di decenza.

Chiedendo al ministro Alfano l’invio di ispettori ministeriali che possano verificare la fondatezza dei giudizi espressi in queste settimane da parlamentari e giornalisti sulla sanitopoli abruzzese, la Procura di Pescara ha risposto con la massima correttezza istituzionale e nel rispetto dei differenti ruoli di parlamento e magistratura.

Il nostro ordinamento non prevede che assoluzioni e condanne vengano decise nei salotti televisivi, ma nei tribunali.

Facciamo notare che la campagna di delegittimazione è bipartisan come lo era anche il malaffare emerso con l’inchiesta della Procura pescarese.

Ci auguriamo che l’iniziativa della Procura richiami al proprio senso di responsabilità chi utilizza il proprio ruolo istituzionale per delegittimare il nostro ordinamento costituzionale.

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In relazione alle decisioni del gruppo PdL di ridimensionare i piccoli gruppi della Regione

Non risponde al vero quanto riportato nel comunicato fato alla stampa dal gruppo Regionale del Popolo delle Libertà, riunitosi a Pescara che sostiene che piccoli gruppi, (come Rifondazione e Comunisti Italiani), usufruirebbero di personale e fondi uguali a quelli dei gruppi maggiori.

Va rilevato infatti che, a parte un personale minimo assegnato a tutti, che è assolutamente necessario in quanto anche i piccoli gruppi devono assicurare la medesima attività per tutti i prevedimenti ed in tutte le commissioni, per il resto il personale ed i fondi sono assegnati in modo proporzionale alla consistenza numerica dei gruppi stessi.

Va poi rimarcato il fatto che il PdL, ed i gruppi maggiori di opposizione, dispongono anche del personale assegnato alle varie cariche istituzionali di Giunta, Consiglio e Commissioni, (Presidenti, vice Presidenti, segretari ed assessori).

In conclusione, dalla riunione di maggioranza è emerso che, anzichè a provvedere alla promessa revisione delle indennità, si intende procedere, attraverso una ridistribuzione dei fondi in senso inverso ad ogni criterio di giustizia, ad una restrizione ulteriore dei pochi, residui, spazi di democrazia.

Si fa infine presente che, mentre i consiglieri dei gruppi maggiori devono ciascuno seguire solo (e in parte) i lavori due commissioni, i consiglieri dei gruppi minori devono ciascuno seguire i lavori di tutte le commissioni, facendosi carico, da soli, di analizzare proporre ed emendare tutti i provvedimenti ad esse assegnati, per cui hanno bisogno almeno di uno staff minimo come quello attualmente a loro disposizione e che la maggioranza intende ridimensionare.

Ci pare giusto rilevare infine che, per quanto ci riguarda abbiamo sino ad oggi dimostrato concretamente nei fatti, con il lavoro quotidiano, di aver svolto il nostro compito, (oggi di opposizione), con dedizione, passione ed impegno.

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Parere favorevole della III commissione sul pdl Acerbo-Saia contro il lavoro nero in agricoltura


La III commissione (agricoltura) del Consiglio Regionale ha espresso stamattina all’unanimità parere favorevole sul nostro progetto di legge per il contrasto del lavoro nero in agricoltura.


Ringraziamo il presidente Antonio Del Corvo per aver posto in tempi brevi, come da noi richiesto, il progetto di legge all’attenzione della commissione.


Ora attendiamo che anche la IV commissione presieduta da Nicola Argirò esamini il provvedimento in tempi brevi per arrivare alla definitiva approvazione da parte del consiglio Regionale.


Ricordiamo che la nostra legge colma un vuoto normativo dotando la Regione Abruzzo di un’organica e innovativa disciplina in materia di contrasto a un fenomeno che finalmente, dopo i fatti di Rosarno, si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica.


Si tratta di una legge a tutela del lavoro che introduce meccanismi di controllo normali negli altri paesi europei, ma che in Italia la sola Regione Puglia ha finora adottato.


La lotta contro lo sfruttamento schiavistico di lavoratori immigrati in agricoltura non può essere delegata soltanto alla magistratura e alle forze dell’ordine.



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