Vediamola nel dettaglio questa manovra:
A) i ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco saranno in vigore da lunedì prossimo;
B) cambierà l'imposta di bollo sul dossier titoli, che secondo l'ultima versione del relatore alla manovra sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000, di 70 euro tra 50.000 a 150.000, di 240 euro da 150.000 a 500.000, di 680 euro per depositi superiori ai 500.000 euro, mentre dal 2013 tra 50.000 e 150.000 si pagheranno 230 euro, tra 150.000 e 500.000, 780 euro e 1.100 euro per i depositi oltre i 500.000 euro (riguarderà 22 milioni di titoli, con un recupero di gettito su base annua di circa 897 milioni per i primi due anni e di circa 2.525 milioni a partire dal 2013);
C) sarà anticipato al primo gennaio 2013 l'aggancio dell'età pensionabile alle aspettative di vita (l’ineffabile e redivivo De Michelis ha parlato di 72 anni) mentre per i successivi adeguamenti triennali dal 2016 la stima è pari a 4 mesi fino a circa il 2030 e intorno a 3 mesi fino al 2050 (tutto ciò comporterà un adeguamento cumulato, ad esempio al 2050, pari a circa 3 anni e 10 mesi);
D) sale dal 45 al 70% l’indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese, lordi ovviamente);
E) confermata la piena indicizzazione delle pensioni inferiori a quella soglia (quelle sociali, per capirci) e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, di circa 2.380 euro mensili (il riferimento è sempre alla cifra lorda);
F) contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè per quelle superiori ai 90 mila euro annui (il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro);
E’ una manovraccia e la ‘tregua’ offerta dall’opposizione alla maggioranza di governo è un segnale brutto, che la gente non capirà, che azzererà l’entusiasmo per i risultati alle amministrative e ai referendum. L’impoverimento degli italiani sarà notevole. Anche perché ulteriori tagli, che ancora non conosciamo con esattezza, colpiranno famiglie, studenti e ridurranno la rete dei servizi sociali e degli asili nido. Conti alla mano, dal 2014 le tasse aumenteranno di non meno di 20miliardi (secondo i primi calcoli, dal 2013 i lavoratori dipendenti pagheranno 4miliardi in più per il taglio del 5% delle agevolazioni fiscali su famiglia, sanità e altro). Stiamo parlando di lavoratori che guadagnano dai 1000 ai 1.400 euro che, con le tasse che salgono, avranno un’ulteriore decurtazione.
La filosofia della manovra ha il suo punto più acuto nelle privatizzazioni. Vengono infatti privatizzate le quote azionarie delle società partecipate (Eni, Enel, Finmeccanica) e si prevede una sorta di vendita all’ingrosso di tutto ciò che è pubblico per far piacere al privato di turno che, anche questa volta, c’è da starne sicuri, si butterà sul bottino a piene mani.
Tremonti infatti intima anche la privatizzazione delle municipalizzate, le imprese che in città gestiscono i trasporti, l’acqua, l’elettricità, i rifiuti. E ciò che Tremonti vuole dai Comuni è spingerli a vendere “attraverso un sistema di incentivi e disincentivi” i beni comuni. A questo punto c’è da chiedersi che fine fa il federalismo tanto caro alla Lega. E se in tutto questo fiorire di privatizzazioni qualcuno ha riflettuto almeno un secondo sul fatto che il referendum contro la privatizzazione dell’acqua è passato con un livello di consenso di tipo bulgaro.
A dar retta al fior fiore di economisti che s’è scatenato a commentare la manovra, essa sarà sostanzialmente inutile. Terrà a bada per un po’ – così dicono - la speculazione dei mercati. M’è capitato di chiedermi, nei giorni passati: ma chi sono questi speculatori? Non hanno nomi? Nessuno li conosce? Cosa sono, un fantasma maligno che s’aggira nell’aria aspettando la debolezza di uno Stato per buttarcisi sopra come un avvoltoio? Non capisco nulla di economia, ma possibile che qualcuno che compra e ricompra e ricompra e s’approfitta venga chiamato come i figli di n.n., peggio, come nessuno: “speculazione dei mercati”. Punto.
Sull’Italia sono in molti a lucrare ed aver lucrato. Sembra una storia antica quella della cricca che s’è messa in tasca miliardi speculando sul terremoto dell’Aquila. Sembra svanita nel nulla la Protezione Civile guidata da Bertolaso che, tra un massaggio inguinale e l’altro allo Sport Village Salaria, poteva intervenire quando e dove voleva, senza rendere conto a nessuno di quel che faceva e spendeva, grazie al potere conferitogli dal suo socio in affari Silvio Berlusconi. E invece è storia di oggi, è conseguenza sull’oggi e su quel che gli italiani dovranno sborsare. Il mondo sotterraneo (e neanche tanto) di affari sporchi dei Papa, dei Milanese, dei Saverio Romano è la foto segnaletica di un Paese sporco e in bancarotta perché chi lo ha guidato negli ultimi 17 anni – a parte la breve vita del governo Prodi – s’è quotidianamente appropriato delle sue ricchezze.
Non è lo stato sociale – ormai vecchio e ridotto ai minimi termini – che ci porta alla rovina; non sono le pensioni, il 70% delle quali sotto i mille euro, che ci hanno sbancato; non è la gestione quotidiana della sanità, non sono i medici, gli infermieri, ma le cricche che da anni speculano su di essa e ne ingrossano a dismisura i conti. E’ il malgoverno, la commistione con la criminalità organizzata, che ha esponenti di tutela nel governo e in parlamento e procaccia affari miliardari.
Questa roba non è un destino cinico e baro. E’ qualcosa che si può correggere, cancellare, da cui si può uscire. Ma serve rettitudine, servono principi, serve anche un po’ di sana ed onesta attitudine verso il bene comune. E invece ci tocca assistere in questi giorni ad un’opposizione umiliata e piegata, mutilata di orgoglio e di ribellione, che scambia il bene comune con la mano tesa a Berlusconi e a tutti i banditi che lo circondano.
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