
APPELLO DELLA CGIL PER LA MANIFESTAZIONE DEL 4 APRILE
Il mondo è attraversato da una crisi drammatica e tutti i governi si mobilitano. Il governo italiano pensa ad altro mentre il nostro Paese è fra quelli più in difficoltà! In questo modo l’Italia colleziona, purtroppo, due record contemporaneamente: è il Paese europeo messo peggio di fronte alla crisi ed è il Paese nel quale il rispettivo Governo ha stanziato meno risorse degli altri. Il risultato di questa politica è che così si scaricano i costi della crisi su lavoratori e lavoratrici visto che aumentano le fabbriche chiuse o in cassa integrazione, sui giovani considerato che verranno licenziati circa 400.000 precari e per tanti ragazzi non ci sarà alcun tipo di lavoro, su pensionati e pensionate che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Per la CGIL, invece, bisogna fare cose molto precise. Bisogna investire in scuola, università e ricerca perché solo con uno sforzo straordinario sul versante del sapere e della ricerca è possibile disegnare un paese nel quale si vive e si produce in un modo diverso da quello che poi ha portato alla crisi che stiamo vivendo, nel quale il ruolo del pubblico è garante di diritti e di servizi di qualità. Bisogna difendere salari e stipendi perché in questi anni si è registrato un enorme spostamento di risorse verso alcune limitate fasce del Paese mentre su operai, dipendenti pubblici, famiglie si è operato un prelievo di risorse senza precedenti. Queste persone ora devono essere tutelate perché è inaccettabile che paghino due volte e sempre gli stessi: prima della crisi perché altri si arricchiscono, durante la crisi perché le retribuzioni perdono valore. Bisogna tutelare i giovani ed i precari offrendo loro percorsi lavorativi veri, che diano progressiva certezza nel tempo, impedendo i massicci licenziamenti che si preannunciano, e che in parte sono già in atto, ed uscendo finalmente da una lunga stagione fatta di precarietà senza fine. Bisogna investire risorse per difendere il lavoro, per questo chiediamo che tutte le misure prevedano esplicitamente vincoli di difesa dell'occupazione ed impegni a non spostare all'estero produzioni e stabilimenti, strumenti di tutela per i precari e quanti dovessero perdere il lavoro, un aumento dell’importo della cassa integrazione perché 750 € di retribuzione netta mensile sono una cifra troppo bassa. Bisogna impedire ogni limitazione delle prerogative costituzionali. In particolare riteniamo molto sbagliato il recente provvedimento elaborato dal governo, che intende limitare il diritto di sciopero nei trasporti, per le soluzioni proposte e perché è chiaramente l’avvio di un intervento limitativo rivolto a tutti i settori. Bisogna difendere e praticare la democrazia, per questa ragione abbiamo promosso decine di migliaia di assemblee per informare e discutere sull’Accordo separato sul modello contrattuale, siglato il 22 gennaio scorso da tutti fuorché dalla CGIL, e stiamo dando vita ad una consultazione mediante voto con urne poste nei luoghi di lavoro e nel territorio perché riteniamo indispensabile che sul nuovo modello contrattuale si esprimano tutti coloro ai quali si applicherà.
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