martedì 9 giugno 2009

ELEZIONI EUROPEE.RISULTATI ITALIANI




Europee, “vincono” Lega e Italia dei valori Pdl al 35%, Pd al 26%, la Lista comunista non supera lo sbarramento. Senza rappresentanza 4 milioni di elettori
Secondo alcuni è finita senza perdenti e con qualche vincitore la partita per le elezioni Europee che si è giocata in Italia. Il primo dato è quello dell'affluenza alle urne, il 66,5% rispetto al 72,5% del 2004
una flessione considerevole ma che comunque conferma l'Italia come uno dei paesi più affezionati al voto, se pensiamo ai dati di paesi come Spagna e Germania dove e percentuali dei votanti sono poco superiori al 40%.Il Pdl con 10.800.541 voti prende il 35,26%, un dato molto distante dal tanto sbandierato 40 o 41% da parte di Silvio Berlusconi: il Pdl regge ma non decolla anche se è tra i pochi partiti di governo europei che non riceve una bocciatura vera e propria da parte dell'elettorato.Un elettorato che non premia affatto il più grande partito dell'opposizione, il Pd, che si ferma al 26,13%, cifra lontana dal già poco lusinghiero 33% delle scorse politiche. Circa sette punti in meno, che potrebbero diventare cinque se contiamo la lista di Pannella che alle politiche era nel Pd ed oggi alle Europee prende il 2,42%.Per Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente del Consiglio, «il progetto del presidente Berlusconi di costruire il Pdl, va avanti benissimo. Non supera i livelli che erano stati pronosticati da tutti i sondaggisti, solo perché c'è un forte livello di astensione e ci sono problemi non politici».Dario Franceschini parla di scontro tra Davide e Golia «eppure anche stavolta Golia non ha vinto. Era uno scontro impari: in questi giorni ho toccato con mano l'enorme disparità di denaro, di mezzi, di tv tra noi e Berlusconi. Eppure non ne usciamo con le ossa rotte». Un commento che ha un po' il sapore dell'importante è partecipare. Ma certo la reggenza Franceschini non ha risollevato le sorti del Pd.Ma il dato più significativo viene da Lega e Idv, le due “ali” dei due partiti più grandi. La Lega supera il 10%, l'Idv è all'8%. Un vero trionfo. Due modi diversi di interpretare, nell'area di centro destra e in quella di centro sinistra, la radicalità: xenofobia, ronde ma anche radicamento sul territorio da una parte; opposizione battagliera, rispetto delle regole e candidature eccellenti dall'altra.Umberto Bossi è più che soddisfatto ma assicura il Pdl che non cambierà nulla negli equilibri di governo.Di Pietro, che praticamente è vicino al raddoppio delle percentuali del 2008, rilancia il dialogo con il Pd «per costruire un'alternativa al governo Berlusconi, ma intende farlo nel rispetto reciproco». Ma il leader dell'Idv non molla la presa e dice subito che «Berlusconi non è invincibile. Gli elettori hanno smascherato i suoi finti sondaggi e la sua finta giovinezza politica. Dobbiamo ora costruire un'alternativa e non dividerci. Finora siamo stati il brutto anatroccolo del centrosinistra».Seguitando a leggere i risultati, al centro l'Udc prende il 6,51% un dato in linea con le aspettative. Per Casini «la nostra sfida temeraria di correre da soli ha gambe per andare avanti: la prospettiva è un partito della nazione», alleati con chi, ancora non si sa.A sinistra del Pd i dati sono poco lusinghieri, con Pdci-Prc e Sinistra e Libertà che entrambi non superano il quorum del 4%. La lista comunista di Pdci-Prc si ferma al 3,38% con 1.037.466 voti, Sinistra e Libertà al 3,12%. Se sommati, un totale che avrebbe superato il 6% e che oggi rimane senza rappresentanza alcuna non solo in Italia ma anche in Europa. Una sinistra divisa, penalizzata dallo sbarramento, e che non ha intercettato né il voto contro Berlusconi né quello per un'Europa dei diritti e del lavoro.Per il segretario di Rifondazione comunista «c'è stata una scissione di troppo. La necessità ora è quella di costruire una sinistra autonoma dal Pd, dal momento che l'esperienza del governo Prodi non è stata eccellente. Una sinistra che sappia interagire con gli strati più colpiti anche dalla crisi». Paolo Ferrero però punta il dito anche sul sistema elettorale: «un sistema bipolare che rischia di ammazzare la rappresentanza nel Paese».Infatti se sommiamo ai 1.037.466 elettori di Pdci-Prc, i 957.350 di Sl, i 742.778 di Pannella, i 166.261 del Pcl, uniti agli altri partitini dell'estrema destra, rimangono senza rappresentanza in Europa circa 4 milioni di elettori italiani.

Alessandra Valentini

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