TRATTO DA: www.larinascita.org
I Ferrovieri, «sottovalutati i precedenti incidenti». Pdci, «un sacrificio all'altare dell'Alta Velocità». Moretti si dimetta
Due deragliamenti in sette giorni, un bilancio, finora, di 17 morti, 30 dispersi, 50 feriti, l'Italia spezzata in due e bloccata, ferita, questa la foto delle Ferrovie dello Stato che si permettono di licenziare chi dice che sulle nostre strade ferrate ci dovrebbe essere maggiore manutenzione
Questa notte due vagoni cisterna di un treno merci carico di gas Gpl sono esplosi nella stazione di Viareggio; due palazzine rase al suolo, decine di abitazioni crollate, difficili i soccorsi e lo spostamento di quello che resta del carico di Gpl. A Viareggio è una strage, scene apocalittiche si sono presentate davanti agli occhi dei primi soccorritori: mille persone evacuate, estratti dalle maceri i corpi di due bambini, si continua a scavare.
Secondo i primi accertamenti sarebbe stato il cedimento strutturale dei vagoni a causare il deragliamento del treno che trasportava Gpl, è questa la prima ipotesi formulata dalle forze dell'ordine. Sull'incidente aperta un'inchiesta della Procura di Lucca. Ma subito le Ferrovie hanno precisato che il treno coinvolto nell'incidente alla stazione di Viareggio «era stato controllato dai tecnici della verifica alla partenza da Trecate e non aveva evidenziato alcuna anomalia» e che i carri deragliati non sarebbero di proprietà delle Fs. A causa del cedimento, proseguono le Fs, «il carro sarebbe deragliato trascinando altri quattro carri. E lo svio avrebbe provocato la fuoriuscita del Gpl contenuto nella cisterna che si sarebbe incendiato all'esterno».
Drammatica la testimonianza dei macchinisti: «la cabina è stata invasa dal gas, siamo riusciti a scappare. Siamo vivi per miracolo». I due hanno raccontato che il convoglio stava procedendo a 90 chilometri orari e che il limite era 100.
Intanto durissimo l'allarme dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri che già la scorsa settimana aveva chiesto di vigilare sullo stato della sicurezza delle linee ferroviarie, dopo il deragliamento di Prato: «la rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato. Il fatto che i carri possano essere di proprietà delle singole aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo FS – proseguono i ferrovieri - non può essere utilizzato come giustificazione, anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità di controllo e di verifica adottate per l'ammissione a circolare sulla rete. Esprimiamo il nostro profondo dolore per le tante vittime innocenti di questa tragedia e il ringraziamento ai soccorritori. Facciamo appello a tutte le autorità istituzionali affinché non ignorino le segnalazioni di pericolo che come ferrovieri portiamo a conoscenza dell'opinione pubblica poiché il trasporto ferroviario è un servizio complesso in cui anche il più piccolo incidente o guasto, può determinare immani tragedie e come tale va analizzato e preso, sempre, nella massima considerazione. Rinnoviamo la più ferma critica al gruppo dirigente delle Ferrovie che ha dirottato risorse e tecnologia sul servizio "luccicante" dell'alta velocità lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza».
È da troppo tempo che si registrano disservizi e problemi sui treni pendolari, costretti a viaggiare tra sporcizia e ritardi, problemi sul trasporto merci, rotture sugli Etr. Ma le Fs vanno avanti con la loro politica di tagli e risparmi, dirottando quello che hanno sull'Alta Velocità. Intanto le ferrovie italiane, con l'impegno di Moretti, hanno introdotto un solo macchinista alla guida dei treni, eliminando un fondamentale elemento di sicurezza.
Le proteste dei viaggiatori, le denunce dei consumatori, le lotte dei ferrovieri per un trasporto migliore e più sicuro sono rimaste inascoltate ed oggi si contano i morti.
«Mentre ci inchiniamo alle innocenti vittime di questa tragedia, -dice il leader storico dei macchinisti Ezio Gallori- non possiamo che rinnovare la nostra denuncia sullo stato in cui sono state ridotte le nostre Fs: due giorni fa i treni erano fermi a Padova per la caduta della linea aerea, qualche giorno prima la linea aerea era caduta, sempre a Prato, sotto la galleria dell'Appennino ferendo il macchinista; ogni giorno un incidente o un disservizio grave che viene minimizzato e presentato all'opinione pubblica come fatto isolato o casuale. La nostra rivista, 'ancora In Marcia!' è costretta ad aumentare le pagine del prossimo numero per rendere conto della quotidianità degli incidenti. Una situazione paradossale in cui i ferrovieri che segnalano le criticità vengono puniti e gli Rls che cercano di denunciare le insufficienti manutenzioni vengono puniti e licenziati, come è accaduto a Dante De Angelis».
Per il Pdci, intervenuto con una nota congiunta di Gianni Pagliarini e fabrizio De Sanctis: «le Ferrovie dello Stato non sono più in grado di garantire la sicurezza dei loro convogli e immani tragedie come quella di questa notte a Viareggio lo dimostrano in tutta la loro drammaticità. I dirigenti nazionali delle Fs hanno dirottato grandi risorse sull'Alta Velocità a scapito dei convogli e delle linee dedicate ai pendolari e al trasporto delle merci».
A questo punto viene da chiedersi cosa pensi dell'accaduto lo strapagato amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, sempre pronto ad intervenire su ogni questione. In un Paese normale le sue dimissioni sarebbero un atto dovuto ed immediato, precedente ad ogni altra verifica sulla dinamica dei fatti e le responsabilità. Ma questo in un Paese normale.
Alessandra Valentini
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