Stupefacente il pensiero di Piccone: se la magistratura indaga su esponenti del centro sinistra, fa il suo dovere, è indipendente, è efficiente. Se indaga su esponenti di centro destra, la medesima Magistratura diventa incline alle tentazioni del “rito ambrosiano” e veste i panni della “toga rossa”.
L'Abruzzo non ha bisogno di simili “campioni di demagogia”.
La nostra è una regione che ha già vissuto una stagione tragica: gli arresti dell'ex Presidente della Giunta regionale, lo scioglimento del Consiglio regionale, le nuove elezioni.
I Comunisti Italiani hanno posto da subito la centralità della questione morale come questione politica, culturale, prima ancora che giudiziaria.
Hanno chiesto che si condividesse l'urgenza di evitare agli abruzzesi la pesantezza di essere rappresentati da uomini o donne su cui ci fosse solo l'ombra di un sospetto. Hanno chiesto, per questo, che si condividesse la scelta di evitare candidature di persone coinvolte in fatti giudiziari.
Questione morale, dunque, da assumere come principio assoluto, da rispettare soprattutto in questa fase della storia abruzzese: chi sta nelle istituzioni a rappresentare tutti gli abruzzesi deve avere come requisito fondamentale quello della limpidezza.
Un principio di precauzione dovuto, dopo quello che l'Abruzzo ha vissuto.
Gli eventi che stanno di nuovo affliggendo la regione vanno, purtroppo, in una direzione opposta a quella auspicata, e dimostrano due cose:
-che la Magistratura è “bipartisan”. Ha colpito il centro sinistra nell'estate del 2008, oggi, in relazione a vicende che continuano a riguardare la sanità, coinvolge Aracu ed altri, ed inchioda a gigantesche responsabilità il centro destra abruzzese; responsabilità che si appesantiscono, in riferimento all'inchiesta che ha portato in galera Mileti, già assessore regionale della giunta Pace, e sottoposto ad avviso di garanzia Lanfranco Venturoni, attuale Assessore alla Sanità della Giunta Chiodi;
-che trova conferma la necessità di un codice etico condiviso. Al di là dell'esito delle inchieste giudiziarie, l'Abruzzo merita di essere governato e rappresentato da persone che non siano sfiorate da alcun sospetto, soprattutto se i sospetti riguardano illeciti commessi in relazione a vicende che toccano la sensibilità più profonda degli abruzzesi, come appunto la ricostruzione dal terremoto.
Per questo Venturoni deve dimettersi.
Per consentire ad una regione così duramente colpita, di poter contare su amministratori pubblici non toccati da alcuna oscura vicenda.
Partito dei Comunisti Italiani d'Abruzzo
Il Segretario Regionale
Antonio Macera
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