giovedì 29 luglio 2010

16 OTTOBRE: I GIOVANI A FIANCO DELLA FIOM, INSIEME PER SAPERI E LAVORO

Il 16 ottobre la Fiom ha convocato una manifestazione nazionale per difendere il contratto collettivo nazionale di lavoro, per difendere il lavoro e la sua dignità, per respingere i tentativi di Marchionne e del Governo di superare di fatto la Costituzione ed i diritti che la Carta sancisce.
Sarà una manifestazione importante, collocata all'inizio di un autunno che sarà caldissimo su più fronti, ed in particolare su quello del lavoro e dei saperi.Due mondi, quello del lavoro e dei saperi, che sono stati, accanto allo scardinamento dello Stato democratico, i principali bersagli dell'azione di questo Esecutivo: compressione salariale e dei diritti da un lato, tagli senza precedenti alle risorse, umane e materiali, dall'altro. Colpire i saperi, indebolire il mondo del lavoro sono due assi portanti dell'idea di società che questo Governo vuole, fino ad oggi con successo, costruire.

Una società più ignorante, meno consapevole, possiede infatti meno strumenti di autodifesa dal pensiero dominante, dalla tempesta di notizie parziali e plasmate che ci arrivano attraverso i grandi mezzi di comunicazione.
Quello del governo è un progetto di scuola e di istruzione chiaramente classista: più in mano ai privati che allo Stato e orientata alla creazione di forza lavoro a seconda delle esigenze dell’impresa (ricordiamoci le inquietanti prole di Sacconi). Una scuola scadente per la massa e una nicchia piccola ed esclusiva – leggasi “per ricchi” – per lo più privata, riservata alla formazione della classe dirigente.
In questa direzione vanno i tagli della riforma Gelmini, che produrranno 20mila insegnanti disoccupati da settembre, gli ulteriori tagli della manovra finanziaria, la trasformazione degli Atenei in fondazioni di diritto privato, in cui le aziende hanno la possibilità di indirizzare la didattica.
La precarietà è diventata il paradigma di una generazione che, indipendentemente dal livello di istruzione, non vede garantito il proprio futuro.
Siamo al cospetto di una grande manovra di reimpostazione del mondo del lavoro che mira ad annullare il welfare di matrice europea – figuriamoci quello avanzato italiano – per abbattere la spesa sociale e livellare verso gli standard dell’est-Europa il costo del lavoro.
L’effetto per le nuove generazioni sarà un dumping sociale generalizzato, la definitiva scomparsa di qualsiasi ascensore sociale e, per i cedi medi e bassi, l’arretramento delle condizioni di vita rispetto a quelle dei propri genitori.
La crisi è il grimaldello per questo piano che attraversa in modi diversi tutta l’Europa, con la benedizione del Fondo Monetario Internazionale, ma che nel nostro paese si intreccia anche con le pratiche piratesche di una classe imprenditoriale stracciona, che tra delocalizzazioni e abbassamento dei diritti lucra sulla socializzazione delle perdite.
Una politica miope, che sta spingendo le migliori menti del nostro paese all’estero, che rinuncia a immaginare un futuro per l’Italia.
Nessun paese avanzato può pensare al proprio futuro competendo, al ribasso, sui costi della mano d'opera e rinunciando alla ricerca ed all'innovazione.
Sulla nostra generazione si sta consumando una grande rapina di salario, diritti e futuro che se non incontrerà una forte opposizione sociale – che può venire solo dai diretti interessati, quindi da noi – proseguirà nelle sue forme più barbare e devastanti.
Sulla base di queste schematiche e sintetiche riflessioni, proponiamo un percorso di avvicinamento alla grande manifestazione nazionale del 16 ottobre lanciata dalla FIOM: costruiamo momenti di elaborazione e mobilitazione unitaria, insieme alle forze politiche, sindacali, associative disponibili, a partire da una piattaforma unificante sul tema dei saperi, della nostra idea di scuola e di università, aperta ed inclusiva, pubblica ed accessibile, ed una piattaforma generazionale sul tema del lavoro, che rilanci, accanto alla difesa del Contratto collettivo nazionale di lavoro, l'abrogazione della Legge 30, l'introduzione di una soglia minima di salario, un'offensiva contro il lavoro nero, vera e propria piaga nel mezzogiorno d'Italia. Facciamo del 16 ottobre la data in cui la sinistra torna a contare, torna a far sentire la propria voce, si ricongiunge, anche sentimentalmente, con il proprio popolo, facciamolo a partire da contenuti forti: parole d'ordine che siano comprensibili ad una generazione che è cresciuta nelle divisioni, che ci faccia ritrovare l'orgoglio e la passione, pur nelle rispettive storie ed organizzazioni, di batterci uniti per la difesa e l'avanzamento dei nostri diritti.

Flavio Arzarello - Coordinatore nazionale FGCI
Alessandro Squizzato - Responsabile nazionale lavoro FGCI

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