giovedì 23 febbraio 2012

RISOLUZIONE-Allevamento galline ovaiole in batterie e multe dell’Unione europea

Premesso che

Da notizie apparse sulla stampa è molto probabile una procedura di infrazione della Commissione Europea verso l’Italia responsabile di non essersi completamente adeguata alla direttiva UE n. 74 del 1999, che imponeva la messa al bando dal 2012 delle vecchie gabbie per l'allevamento di galline ovaiole in Europa

Secondo molti questa procedura di infrazione è conseguenza di anni di assoluta inerzia nell’applicare una legge nota da ben 13 anni.

Nel 1999 fu deciso la messa al bando delle gabbie di batteria a partire dal 1 gennaio 2012, anche se si parla di una proroga.

Ritardi e sottovalutazione, da una parte dei produttori di uova e anche da molte istituzioni nazionali, hanno evitato di considerare tale scadenza vincolante. La commissione Europea ci rammenta che il diritto comunitario e il benessere degli animali sono vincolanti e devono essere rispettati.


Premesso che

Negli ultimi giorni sono apparse notizie in cui si è sempre più certi del fatto che l’Italia rischia di subire una raffica di infrazioni per violazioni di norme comunitarie relative al commercio di farmaci generici, sulle concessioni delle spiagge agli stabilimenti balneari, allo smaltimento delle pile, allo smaltimento dei rifiuti ecc…

Secondo alcune notizie di stampa l’Italia ha in corso 136 procedure di i frazione, di cui 38 per il mancato reperimento di direttive comunitarie e circa 100 per violazione del diritto dell’Unione.


Rilevato che

Come spesso accade in Italia per responsabilità di alcuni, che preferiscono non rispettare le norme, sono poi tutti i Cittadini a pagarne le conseguenze, in questo caso le Istituzioni nazionali espongano il Paese alla seconda procedura di infrazione sullo stesso argomento per tutelare allevatori che non intendono rispettare le norme comunitarie.

Infatti l’Italia è stata già oggetto di procedura di infrazione sulla materia per aver recepito in maniera difforme la Direttiva Europea 1999/74 con il decreto legislativo 267/2003, procedura poi risolta a seguito di dietrofront del Governo Italiano nel 2006.

Rilevato che

Sono circa 50 milioni le galline allevate in Italia e circa 80% delle galline ovaiole vive in gabbie di batteria; l'allevamento in batteria è un sistema intensivo dove milioni di galline sopravvivono recluse in uno spazio più piccolo di un foglio di carta.

I maschi di gallina ovaiola sono considerati non “necessari” perché non producono uova, e la razza non è adatta a crescerli come polli “da carne”, perché crescono troppo lentamente e non raggiungono un peso sufficiente a essere economicamente vantaggiosi.

I pulcini maschi sono quindi separati dopo la nascita dalle femmine e uccisi in modo molto riprovevole (ci sono dei video agghiaccianti che dimostrano il modo brutale con cui si procede a queste “eliminazioni”).

Ogni anno in Italia 30 milioni di pulcini vengono triturati e smaltiti come rifiuti o farine di carne.

L’allevamento in gabbie di batterie è un sistema di allevamento che prevede ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione. Una tortura per gli animali, per le galline ovaiole questo significa l’impossibilità di aprire le ali, razzolare in cerca di cibo. Fare bagni di terra, appollaiarsi, deporre uove in umido. Le galline in gabbia sono aggressive, spesso impazziscono, sono stati evidenziati casi di “cannibalismo” tanto che spesso a loro viene tagliato il becco. Subiscono innumerevoli danni fisici, dalla osteoporosi, alla frattura delle osse, i loro arti si deformano e le loro unghie spesso crescono a tal punto da girarsi intorno alle gabbie


Rilevato che


Esistono forme di allevamento diverso che consentono un allevamento diverso che non comporta forme di tortura per le galline, come l’allevamento biologico o l’allevamento all’aperto.



tutto quanto premesso,

il Consiglio Regionale impegna



il Presidente della Giunta Regionale, l’assessore alla Agricoltura:



1) A prendere delle iniziative nei confronti del Governo per non far pagare questa nuova procedura di infrazione ai cittadini italiani, garantendo da subito misure applicative che non costituiscano deroga alla norma europea e un impegno alla riscrittura del sistema sanzionatorio, oggi non efficace e pensato per garantire impunità ad allevatori che preferiscono pagare sanzioni;

2) A prendere delle iniziative nei confronti del ministero delle Politiche Agricole per chiedere un piano straordinario di controlli sull’etichettatura delle uova e il ritiro dal mercato delle uova provenienti da galline detenute in gabbie di batteria oggi illegali, perché è intollerabile che i cittadini acquistino quelle che di fatto a seguito delle direttive europee rischiano di diventare “uova illegali” essendone completamene all’oscuro .



Il consigliere dei Verdi
Walter Caporale

Il consigliere dei Comunisti Italiani
Antonio Saia

Il consigliere di Rifondazione Comunista
Maurizio Acerbo


L’Aquila 23 febbraio 2012

Nessun commento:

Posta un commento