"Apprendiamo dalle prime indiscrezioni sulla spending review che ci
sarebbe un ulteriore taglio al settore dell’ università pubblica di
200 milioni di euro. La scelta del governo è grave e miope, tanto più
perché si tratta di un settore già ferito dai tagli Gelmini-Tremonti
del precedente governo Berlusconi.
Gli economisti più importanti concordano universalmente che l’unico modo per uscire dalla
crisi economica sia quello di aumentare gli investimenti pubblici in scuola, università, conoscenza e ricerca; in Italia la tendenza è quella opposta, e si continuano e chiedere ancora più sacrifici a un settore, quello dei saperi pubblici, ridotto oramai allo stremo.
Questo governo si sta dimostrando sempre più in continuità con quello precedente, e oramai anche più pericoloso. Sappia però che, imboccando la solita china dei tagli al settore della conoscenza, si ritroverà di fronte quella stessa gigantesca opposizione che animò tutte le
università pubbliche contro il governo Berlusconi."
Gian Piero Cesario- Portavoce Esecutivo FGCI
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