sabato 13 luglio 2013

ORDINI DEL GIORNO SU LAVORO E SAPERI APPROVATI DAL CONGRESSO PROVINCIALE DEL PDCI DI TERAMO


PROSPETTIVE DEI SAPERI E PROPOSTE PER IL PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI

Secondo un'indagine del Consiglio Nazionale Universitario, negli ultimi anni, su tutto il territorio italiano, le immatricolazioni sono scese del ben 17%.
I saperi sono stati in questi anni sotto un violentissimo attacco della forze borghesi governative, le quali hanno individuato nella demolizione della cultura, democratica e diffusa, lo strumento per schiacciare i diritti dei lavoratori e creare sempre meno coscienze critiche all’interno dei luoghi del conflitto.
L’Università, in modo diverso seppur speculare, diviene come la fabbrica un luogo dove le contraddizioni tra capitale e lavoro esplodono in tutta la loro violenza, ed a farne le spese sono troppo spesso i figli della classe proletaria, costretta, in casi sempre meno infrequenti, ad abbandonare gli studi per mancanza di sostentamento. La crisi economica, di certo, non aiuta, anzi peggiora un quadro già di per sé a tinte fosche.
All'interno di un quadro nazionale già disastroso, si inserisce il contraddittorio scenario abruzzese.
Da una parte, stando ad una recente indagine pubblicata da L'Espresso, gli atenei di Chieti-Pescara e Teramo sono nella top ten delle università italiane che hanno subito maggiori perdite di immatricolazioni. A Teramo, negli ultimi anni, si registra addirittura un calo di oltre il 50%.
Dall'altra parte, però, l'ateneo de L'Aquila rappresenta una vera e propria controtendenza. Di fatti, rispetto al periodo precedente al sisma del 2009, gli iscritti salgono di migliaia di unità. Secondo il rettore, il motivo di tutto ciò trova una duplice risposta: da una parte la qualità della didattica e della ricerca, dall'altra l'accordo di programma che fino al 2014 permetterà agli iscritti di non pagare le tasse universitarie.
Quest'ultimo elemento dimostra un dato innegabile: l'onere elevato delle tasse universitarie è il principale elemento che dissuade, soprattutto i ceti svantaggiati, dall'intraprendere la carriera universitaria.
A questo, poi, si aggiungono i reiterati tagli alle borse di studio e il raddoppiamento della tassa regionale che rendono ulteriormente inaccessibile il percorso universitario ai "figli della crisi".
Pertanto, la nostra proposta si muove sul perno della costituzione dell'Ateneo Unico d'Abruzzo, le cui facoltà siano dislocate su tutto il territorio regionale, affinché la razionalizzazione delle strutture esistenti permetta:
-di reperire fondi per il finanziamento dei trasporti pubblici, delle borse di studio e delle agevolazione per gli studenti più svantaggiati, in modo da garantire un'università più accessibile;

-di accorpare i "doppioni" in un'unica facoltà, in modo da garantire una maggiore qualità del servizio e dell'insegnamento.
Proposta, questa, che va supportata da politiche di sostegno economico e formativo agli studenti con minore capacità reddituale, dal potenziamento della rete dei trasporti pubblici (autobus e treni), dall’allargamento delle rete libera e gratuita per tutti e dalla realizzazione di alloggi sicuri ed economicamente sostenibili per gli studenti fuori sede.
Con forza e convinzione, rivendichiamo:
-Un'università dove la ricerca sia libera da ingerenze private e perniciosi corporativismi;
-Un'università dove gli studenti e i loro organi rappresentativi abbiano effettivo potere decisionale;
-Un'università che sia una vera e propria agorà, ovvero punto d'incontro, di discussione ed elaborazione non solo per gli studenti, i professori e i ricercatori, ma anche per il vasto mondo sociale e del lavoro. Un'università, insomma, che diventi un vero e proprio luogo dove si diffondano e si creino non solo generici saperi, ma saperi di qualità e profondamente radicati, organici ai problemi sociali, economici e culturali più pressanti e decisivi.
A tal proposito, nostra convinzione è che la questione della qualità dell'istruzione universitaria sia strettamente connessa ad un'attenta riflessione da realizzare attorno all'organizzazione e alla didattica della scuola secondaria di secondo grado.
Garantire una scuola secondaria che sia pubblica, totalmente gratuita, partecipata dagli studenti e di qualità, nella forma e nei contenuti, diventa il primo passo affinché il passaggio verso l'istruzione universitaria sia vissuto in modo fecondo e costruttivo.
Non sono più tollerabili situazioni, dalle quali la nostra provincia non è immune, che vedono gli edifici non a norma di sicurezza superare abbondantemente la soglia del 60%.
L’investimento sui saperi non è una perdita, ma un’opportunità straordinaria per lo Stato. E noi, da comunisti italiani, dobbiamo sfruttare ed essere al fianco dei tanti comitati ed associazioni, studentesche ed universitarie, che si battono per i nostri stessi obiettivi.
L’esperienza pescarese di Alternativa Rebelde dimostra che si può essere nel conflitto con organizzazioni parallele alla struttura partitica, ma non di meno esserne protagonisti e portare nei luoghi del conflitto le nostre idee, le nostre proposte. Quelle dei comunisti italiani e della sua federazione giovanile.
Questo ordine del giorno ha l’obiettivo, da qui e per i prossimi anni, di stimolare il partito alla massima attenzione sul tema della scuola e dell’Università. Noi siamo convinti che la nostra politica per i prossimi anni debba muoversi intorno a due pilastri fondamentali: lavoro e saperi. Essi sono temi strettamente e necessariamente connessi, le lotte degli studenti e dei lavoratori devono tornare ad essere un tutt’uno; ciò sarà possibile solo se il nostro partito sarà capace, nelle sue diverse ramificazioni, di incidere nel tessuto sociale, di inserirsi nei luoghi dove le contraddizioni del capitalismo sono più acute. Questi luoghi si chiamano fabbrica, scuola, università. I proletari del terzo millennio sono gli operai, ma anche i call centeristi, sono i giovani precari della conoscenza, sono quelle classi, appartenenti ai due pilastri succitati, che subiscono in maniera violenta e profonda il disagio di vivere in un sistema capitalista.
Con questo ordine del giorno il partito dei comunisti italiani si proietta nel futuro con maggiore forza propositiva. I compagni operai sappiano fin d’ora che alle loro lotte si uniranno i compagni della fgci e tutti coloro che riusciremo ad aggregare intorno alla nostra piattaforma, coscienti del fatto che solo l’unità di operai, lavoratori e studenti può portare frutti alla nostra causa.



ODG LAVORO PDCI FEDERAZIONE TERAMO

Le contraddizioni profonde che si innescano a livello internazionale, tra i gruppi monopolistici speculatori e le masse lavoratrici, e tra il monopolismo e la piccola e media borghesia, che viene schiacciata dalla selvaggia accumulazione oligarchica finanziaria e spinta verso una condizione di proletarizzazione, si acuiscono sempre di più.
Chiusura delle fabbriche, cassaintegrazione, mobilità sempre più crescenti sono questi gli elementi che caratterizzano e connotano la situazione economica e sociale della nostra provincia, della nostra regione e dell’intero paese.
La FIAT,  l’ILVA di Taranto, così come la MICRON, in provincia di L’Aquila, oppure l’ATR di Colonnella, la Carbotech di Martinsicuro  sono la testimonianza di una situazione drammatica dell’intero settore industriale italiano con riflessi sui livelli occupazionali.
La violentissima crisi che ha investito il nostro paese non ha risparmiato la Provincia di Teramo, spazzando via dal 2009 ad oggi più di 570 aziende dell'industria manifatturiera, di cui più di 188 in Val Vibrata. I lavoratori della Carbotech di Martinsicuro lottano per la sicurezza sul posto di lavoro, e affinchè vengano rispettati i loro diritti e firmati i contratti di secondo livello.
Tantissime piccole e medie imprese sono strozzate dal ricatto imposto dai grandi monopoli privati transnazionali attraverso le  loro  strategie legate al potere contrattuale, che legano mani e piedi l’azienda locale all’arbitrio assolutista del monopolismo.
In questo quadro si aggiunge la questione Ruzzo: i lavoratori difendono il loro lavoro e denunciano il tentativo scientificamente programmato di creare un clima di scandalismo indotto per creare le condizioni generali, anche attraverso una voluta conduzione spregiudicata della società pubblica, per una privatizzazione dell’Ente, dandolo in pasto a predoni monopolisti privati, secondo una strategia voluta imposta da tempo.
Il Pdci Federazione di Teramo sostiene la lotta della classe operaia, dei lavoratori e dell’imprenditoria produttiva e democratica contro il supersfruttamento e i soprusi imposti dai gruppi monopolistici e dei loro governi reazionari, responsabili della crisi.
Il Pdci invita tutti i lavoratori ad unirsi  ed organizzarsi in un vasto fronte di alleanza che sappia coinvolgere tutte le forze democratiche, istituzionali, sociali per una mobilitazione di classe e di massa che avrà il suo cardine in una iniziativa pubblica da tenersi in autunno dal forte impatto regionale e nazionale, che ponga al centro dell’agire la questione del lavoro, contro la speculazione e l’accumulazione  monopolistica che produce desertificazione industriale, licenziamenti, privatizzazioni e povertà.

Nessun commento:

Posta un commento